“Ritratto di Fausto Pirandello”, 1928

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“Ritratto di Fausto Pirandello”, 1928

 

Al clima di esuberanza per il rinnovamento della pittura e all’entusiasmo scaturito dall’esposizione al Dinesen si lega la decisione di Emanuele Cavalli, maturata alla fine del 1927, di intraprendere il viaggio a Parigi, dove giunse nel marzo del 1928. Lì ritrovò Onofrio Martinelli, che l’aveva incitato a soggiornare nella capitale francese, e Fausto Pirandello, appena sposatosi con la modella anticolana Pompilia D’aprile e in attesa della nascita del primogenito Pierluigi.
L’unica esposizione documentata a cui partecipò fu, nuovamente, una collettiva in uno spazio privato: una mostra su invito – forse di disegni – con opere di Cavalli, Di Cocco e Pirandello presso l’abitazione della cantante italiana Maria Francesca Castellazzi sposata Bovy. L’unico a vendere fu Di Cocco. Nei mesi parigini, fu Pirandello una figura fondamentale per il confronto sui temi dell’arte contemporanea. A suggellare la loro amicizia, Cavalli eseguì il presente ritratto al pittore romano dall’efficace penetrazione psicologica. L’opera è stata dipinta sul verso di una scena contadina, intitolata “Riposo”.

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