Proseguendo a dipingere nature morte negli ultimi anni della sua carriera, Emanuele Cavalli cominciò ad adottare formati sempre più ridotti. Cosimo Caramia gli organizzò una mostra a Bari nel 1974 presso la Galleria “Le Muse” optando proprio per tali “dipinti in piccolo formato”, che l’artista pare definisse ironicamente “francobolli”, al fine di mettere in luce quel «ritmo segreto, che potenzia la bellezza dell’oggetto, al di là del dato di natura, per rivelarci tutta l’inconfondibile grazia astratta, quella di un antico greco».