Verso la fine degli anni Settanta, accanto alle consuete bottiglie, frutti, pentole e conchiglie, ecco finalmente comparire le sfere. Cavalli, che da sempre era interessato alle teorie esoteriche e alla ricerca catartica di un equilibrio interiore, in quel periodo aveva preso ad approfondire certi aspetti della filosofia orientale concentrandosi soprattutto sulle dottrine Zen. Alla volontà di depurazione spirituale, da sempre perseguita dall’artista, è quindi da associare l’assolutezza geometrica delle ultime, piccole nature morte a cui lavorò fino alle ultime ore della sua vita. Il 15 marzo del 1981 Cavalli dà le pennellate finali all’ultima composizione portata a termine prima di spegnersi: su uno sfondo di colori complementari, giallo e viola, solo una conchiglia bianca e una sfera azzurra, quasi un corpo celeste. È l’ultimo sguardo dell’artista sul suo universo interiore, offerto a noi, come sempre aveva fatto, con la più luminosa purezza.