Sono pochi i dipinti noti realizzati da Cavalli nel periodo della formazione sotto l’ala di Felice Carena. «Carena è stato molto contento dei miei lavori; ha detto che sono tutti ben composti, buoni di colore» , scrisse alla madre nel 1922. In essi è evidente quanto forte fosse l’influenza del pittore piemontese. Contemporaneamente, tuttavia, Cavalli sembrava subire una sorta di infatuazione per la pittura tutta impasto e colore di Armando Spadini, la cui eco si avverte soprattutto nei dipinti realizzati tra il 1924 e il biennio successivo alla morte del pittore toscano, che lo colpì prematuramente nel 1925 sconvolgendo la scena artistica italiana.
Durante la cesura forzata dovuta alla chiamata alle armi nella Compagnia di Sanità di Firenze, dal maggio del 1924 all’ottobre dell’anno seguente, Emanuele Cavalli realizza questo Autoritratto, in cui è evidente il richiamo alla figurazione spadiniana.