Quando nel 1927 Cavalli espone all’Hôtel Pensione Dinesen di Roma, in un dialogo a tre insieme a Giuseppe Capogrossi e Francesco Di Cocco, il suo linguaggio pittorico appare già mutato. La letteratura ha individuato, nel superamento dell’insegnamento careniano messo in atto dai tre giovani, un aggiornamento alle coeve ricerche di pittori di una generazione precedente quali Amerigo Bartoli, Gisberto Ceracchini e Giorgio Morandi.
Alla collettiva del Dinesen il nome di Cavalli cominciò ad imporsi all’attenzione del panorama romano. Un’opera fu acquistata dall’avvocato Emanuele Fiano, la cui importante raccolta annoverava alcuni dei maggiori capolavori di Armando Spadini. La mostra fu inoltre visitata da numerose personalità dell’arte e della cultura romana, tra cui Libero de Libero, Roberto Longhi, Mario Mafai e Renato Mazzacurati, del quale in quello stesso periodo Cavalli eseguì questo ritratto.
In alto, l’iscrizione: “Il ritratto è venuto male perchè Mazzacurati non stava mai fermo”.